Football, alc-hool and police

Intorno al 1987. Glasgow, gli Aberdeen Casuals sulla strada verso il Celtic Park . Davanti a loro la polizia come scorta verso il paradiso. In alto...

Come i tifosi del Liverpool cambiarono la moda per sempre

Dall'autore di "The Liverpool boys are in town", Dave Hewitson, un bel pezzo sulla nascita dello stile casual...

Calling cards

L'importante è far sapere che tu sei stato lì e che sei stato tu a conciarli in quella maniera. Quasi un'operazione di "marketing", molto di più del "segnare il territorio"...

Casuals

Portavamo anche noi quelle sciarpe. Lunghe, colorate, a bande alternate. Le portavamo negli stadi, sulle nostre gradinate, nelle terraces. Anche i nostri nemici le portavano e li potevamo scorgere e riconoscere da lontano...

"An End is like a castle"

"Una Curva è come un castello, tenuto e fortificato contro gli invasori". Il cronista di Time Out, Chris Lightbown, descrive così, in maniera efficace, ogni Curva, ogni gradinata degli stadi inglesi dove trovano posto i tifosi più caldi della squadra di casa. Il castello, l'End, è il rifugio fortificato delle guarnigioni più agguerrite e decise a tutto pur di difendere l'onor patrio e la bandiera: le moderne guarnigioni che popolano le terraces di Londra dagli anni '70 e che, appunto, sono raccontate qui sotto da Lightbown in questo mirabile articolo del 1972. Buona lettura.


Italia '90 reloaded

Prefiltraggio degli inglesi in una delle partite giocate per i mondiali di Italia '90. Il clima è caldo, meglio vestirsi comodi...


Italia '90, le "notti magiche" degli hooligans


C'è chi se li ricorda ancora gli scontri tra inglesi, isolani e la polizia. L'Italia pensava alle "notti magiche" degli azzurri e guardava con timore all'arrivo dei tifosi inglesi confinati, non per caso, nella bella Sardegna circondata dal mare. E c'è chi si ricorda ancora Inghilterra - Olanda, partita ad alto rischio disputatisi al Sant'Elia di Cagliari con di fronte la crema della crema delle teste calde, inglesi e olandesi. La cronaca di quei giorni e di quella serata mondiale la ritrovate qui sotto negli articoli dell'inviato di Repubblica nel capoluogo cagliaritano.


GLI HOOLIGANS SCATENANO IL TERRORE

CAGLIARI Olanda-Inghilterra, ore 18. Da mezz' ora i cancelli dello stadio Sant' Elia sono aperti. Fra tre ore comincia la partita più a rischio di tutto il mondiale. A rischio hooligans. Cagliari adesso è una città in assoluto stato d' assedio. Alla stazione ferroviaria bivaccano centinaia di tifosi inglesi. Volti tesi. Sono stufi d' essere demonizzati: Polizia, giornalisti, ci avete rotto le scatole, fate schifo, dicono in molti. Sono arrabbiati. Si sono contati, hanno scoperto di essere in inferiorità numerica. Apparentemente, i rivali olandesi sono dieci volte tanto. La polizia e i carabinieri controllano a vista ogni gruppo. Transenne ovunque. Percorsi obbligati per i supporters delle due squadre. I pullman coi tifosi inglesi devono raggiungere il parcheggio containers in località Su Siccu. Gli olandesi, invece, il parcheggio Cuore di piazzale Marco Polo. Ore 18,10. Trecento tifosi inglesi stanno marciando verso lo stadio. Sono scortati a distanza dalla polizia. Hanno scelto viale Diaz, ma questo tragitto è off limits per loro. Forse non lo sapevano. Un urlo: bastardi Non gliel' avevano detto prima. Comunque, un carabiniere li vede, li invita a cambiare itinerario, cerca di bloccarli all' angolo fra via Bottego e la via del cimitero, proprio davanti all' Hotel Mediterraneo. Gli inglesi non ne vogliono sapere di tornare indietro. Urlano, gridano bastards!, la loro è una autentica, incontrollata esplosione di furore. Non ne possono più di tutti questi controlli, dei divieti, forse pensano d' essere per l' ennesima volta maltrattati, discriminati, come gli è successo in tutti questi giorni. L' alt del carabiniere è la classica goccia che fa traboccare il vaso. La scintilla che tutti temevano. Che si sperava non s' accendesse. Quello che invece aspettavano gli hooligans mischiati ai tifosi normali. Perché sono hooligans gli scalmanati che davanti al gruppo degli inglesi, gridano e minacciano sfracelli. Sono loro che scatenano la guerra. E' un attimo: d' improvviso volano sassi, lattine, bottiglie di vetro, mattoni rubati da un vicino cantiere. Il traffico impazzisce. La colonna d' auto diretta al Sant' Elia va in tilt. Fuggi-fuggi dei passanti.

I baristi della pasticceria Mediterraneo abbassano precipitosamente le saracinesche. Dall' albergo si precipitano fuori i cameramen e gli operatori della Bbc e della Rai. I tifosi di Sua Maestà stanno sopraffacendo il carabiniere, che estrae la rivoltella e spara qualche colpo in aria a scopo intimidatorio. Ci sono altri carabinieri, nei dintorni, ed anche molti poliziotti. Venite, venite in fretta, ci stanno ammazzando! è l' appello via radio, mentre sono chiamati i rinforzi. Pochi secondi, e gli inglesi sono circondati. Tentano allora una mossa disperata: si buttano addosso alle forze dell' ordine. La polizia carica a sua volta. Poi, una salva di lacrimogeni. Fumo. Confusione totale. Arrivano altri pattuglioni. Nuova carica. Scontri violentissimi. Corpo a corpo. Sopraggingono quattro, cinque cellulari. Vengono riempiti in men che non si dica. Gli inglesi scappano verso la scalinata della chiesa di Bonaria, verso piazza dei Centomila, verso il quartiere di via della Pineta, dietro la Fiera. Si raccolgono ancora una volta in formazione d' attacco, hanno intravisto un gruppo di tifosi olandesi, stanno per aggredirlo ma poliziotti e carabinieri con tre cariche hanno la meglio. Il bilancio è da guerriglia urbana: 40 feriti, molti contusi. Qualche tifoso britannico riesce ad arrampicarsi sui balconi dei primi piani. Lancio di vasi. Caccia all' uomo. Sirene, elicotteri, ambulanze. Gli ultras inglesi prigionieri sono deportati in un piazzalotto non lontano dal vecchio stadio dell' Amsicora. Ai fotografi sono sequestrati i rullini. Chissà mai perché. C' è qualcosa da nascondere nella dinamica degli incidenti? Il questore vicario, Pitea, si affretta a comunicare che molti dei tifosi fermati sono sprovvisti di biglietti. Un carabiniere si allontana. Perde sangue dal mento. Per terra, un ragazzo inglese si tampona la ferita alla tempia sinistra con il drappo dell' Union Jack. Una signora domanda il permesso di attraversare la via: deve andare in chiesa per la messa vespertina. Cagliari non è abituata a scene di guerriglia. L' allarme raggiunge la zona dello stadio. Poliziotti olandesi al megafono invitano i tifosi tulipani a non raccogliere provocazioni, a raggiungere quanto prima i posti numerati, a mantenere la calma. I cagliaritani solidarizzano con gli olandesi. Applausi per un' auto con targa di Amsterdam e bandiere milaniste. Un tifoso viene fermato ad uno degli ingressi della curva Nord. Perquisito. Ha le tasche zeppe di petardi. Cani lupo. Cordoni di poliziotti in perfetta tenuta antisommossa: gli ultras sfilano tra due ali di militari. Al termine di un giorno di guerriglia il bilancio è di numersi fermi di tifosi inglesi coinvolti negli scontri. Sei gli arrestati, tra cui un tedesco di Monaco, Reiner Ulbrich, 33 anni, trovato con una pistola 7,65 di fabbricazione cecoslovacca con proiettili, e un minorenne inglese, arrestato per adunata sediziosa e resistenza aggravata a pubblico ufficiale. Non ancora chiarita, invece, la posizione di 60 hooligans rinchiusi in una scuola elementare di via Venezia, vicina al luogo degli scontri. Telecamere a circuito chiuso controllano il flusso delle tifoserie. I 6 mila poliziotti, carabinieri e finanzieri sono affiancati da 1500 volontari di 22 associazioni di assistenza della provincia di Cagliari. La Football supporters association, l' associazione dei tifosi inglesi, si è messa a disposizione delle autorità per facilitare i problemi logistici. Hanno aiutato persino gli olandesi. 

C' è chi distribuisce volantini pacifisti: Riavvicinamento è amarsi di nuovo si legge in italiano ed in inglese Pace batte violenza 1-0. La gente raccoglie, legge, butta per terra. Inutile nasconderselo: la grande paura non è tanto per l' attesa snervante della partita. I timori sono tutti per il dopo, soprattutto dopo questi incidenti. Paura che gli inglesi perdano il match. Allora sì che potrebbe succedere il patatrac. Il divieto alcolico in realtà è funzionato al 50 per cento: sui tavolini di molti bar cagliaritani, anche ieri pomeriggio troneggiavano lattine e bottiglie di birra. Al Poetto, la zona balneare della città, era stato trovato un camion carico di rifornimenti per gli inglesi che soggiornavano nella zona. Sotto i portici di via Roma, negozi chiusi, struscio dei giovani cagliaritani, ma tutto sommato un' atmosfera greve, pesante, preoccupante. Due giovani circolano con grossi dobermann al guinzaglio: Vedi, che belle cicce da addentare, indicano, e le pance che segnalano sono quelle di due grossi tifosi anglosassoni. I fotografi feriti Lo stesso questore Pazzi aveva confermato la sua preoccupazione per l' attività degli elementi teppisti locali, più volte individuati, in quanto principali fomentatori degli scontri fra le opposte tifoserie ospiti di Cagliari. Come ogni notte, ormai, da più di una settimana anche l' altra notte ci sono stati scontri e risse. Piuttosto pesante il bilancio: feriti fra gli altri, alcuni cineoperatori e un fotografo del quotidiano spagnolo Diario 16. La polizia che è stata costretta ad intervenire fino verso l' alba, ha limitato i danni. Però, la tensione non si stemperava nemmeno in mattinata. Per fortuna, sia gli inglesi, sia gli olandesi evitavano di prendersi a cazzotti. Inni di guerra, canzoni irridenti, sventolare bandiere, vantare i pregi di Gullit, di Van Basten, di Lineker. Il traffico delle auto aumentava sino all' inverosimile, cosa che non era mai accaduta nella zona della stazione, del porto e di via Roma. Quasi uno spettacolo fuori dell' ordinario per i cagliaritani. E comunque la polizia ha rispedito a casa tre tifosi inglesi, tornati con il volo diretto a Londra delle 9,50. Le aree cosiddette di crisi sono individuate sorprattutto nella zona della stazione ferroviaria e dell' aeroporto nonché del porto: un migliaio di tifosi olandesi tornerà infatti in Sicilia e in continente a bordo di traghetti e di motonavi, mentre a partire da mezzanotte una dozzina di voli Charter è previsto dall' aeroporto di Cagliari Elmas. Ieri intanto a Roma tre tifosi inglesi sono stati rispediti a Londra con un volo Alitalia. Cassuel O' Brien, di 25 anni, Michael Tinkery, di 30 anni, Andrew Carr, di 25 anni tre erano arrivati venerdì pomeriggio insieme ad altri 13 supporter della squadra inglese. Durante il controllo effettuato allo scalo di Fiumicino è emerso però che i tre hooligans facevano parte dell' elenco dei tifosi a rischio messo a disposizione della polizia italiana da Scotland Yard. Immediatamente è scattato il provvedimento di espulsione dal nostro paese. Dopo la partita, il deflusso dei tifosi dal catino del Sant' Elia si è svolto senza incidenti anche se la tensione restava fortissima. Tutta la città è stata presidiata fino all' alba. - LEONARDO COEN

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27 minutes

Dublino, Lansdowne Road Stadium, 15 febbraio del 1995. Doveva essere un match amichevole tra le nazionali  di calcio di Eire ed Inghilterra ma le burrascose questioni politiche che coinvolgono il lungo e tragico processo di pace avviato nell'Ulster trovano sfogo sugli spalti irlandesi. Dopo appena 27 minuti di gioco, giusto il tempo di vedere il giocatore David Kelly realizzare il gol del vantaggio per l'Irlanda (21'), la partita amichevole viene sospesa a causa dei gravi incidenti innescati dal fitto lancio di oggetti partito dal West Stand Upper, il settore occupato dagli inglesi, in direzione della sottostante tribuna riservata agli irlandesi.  Secondo le indagini i disordini furono pianificati e messi in atto da diversi aderenti al gruppo inglese nazionalista Combat 18 presenti quel giorno al Lansdowne Road Stadium.






1995/1996. For season ticket holders only...

Prenderne parte, seguirla giornata dopo giornata, in casa (e in trasferta). L'abbonamento, il lasciapassare per sogni di gloria o burrascose realtà. Rossa custodia in plastica, del tutto simile a quella per il pass della London Underground.

Soccerchic